Prima o poi avrei dovuto spingermi a raccontare quello che conosco e che ho vissuto quotidianamente, per una parte della mia vita una volta conclusa la parentesi sul campo da gioco: i personaggi che compongono la serie C, la categoria “più” in cui ho avuto il piacere di giocare. Sia chiaro che questo è solo un elenco delle personalità che ho avuto il piacere di incontrare nel corso della mia carriera, trattasi dunque di un analisi personale e sono ben consapevole che in giro per i campi ci sono ben altre figure mitologiche. Ma torniamo a noi. 

  • “Il Capitano osservatore”: definito così perché sono talmente tanti anni che non riesce a giocare una partita a causa dei continui infortuni, che c’è qualcuno che inizia a dubitare che lui abbia davvero mai giocato a rugby. Si dice che in una stagione sia riuscito a stirarsi scendendo le scale di casa, girarsi una caviglia durante il riscaldamento e rigare la macchina andando a sbattere contro un cespuglio di begonie; 
  • “Scusa”: era un giocatore che, pur essendo bravo, non riusciva proprio a venire ad allenamento. In una stagione aveva stabilito il record di morte della nonna, almeno 6 volte, incidenti, a tutt’oggi non so come quella macchina si faceva guidare e straordinari sul lavoro, a conteggi fatti fare da un commercialista specializzato “Scusa” in quella annata avrebbe dovuto dichiarare una cosa come 400 milioni delle vecchie lire. 
  • “Lo studente”: con l’arrivo delle sessioni è il tempo in cui escono allo scoperto gli studenti e ritrovano il piacere di studiare. Contemporaneamente, poi, tu allenatore inizia a sentire la seguente frase: “non ci sono ad allenamento perché devo studiare”. Allora per un esame si deve studiare, ma…se ti alzi alle 8 del mattino (di norma lo studente non lavora e sta a casa con mamma e papà) e studi fino alle 19.00, senza guardare giornalini porno o simili, alle 20.00 troverai un’ora per allenamento?! No. Tutti studiano dalle 19.00 in poi. Fino alle 6 del mattino. Così poi possono dormire tutto il giorno e, nel caso non riuscissero a passare l’esame, sarebbe colpa dei ritmi troppo folli di studio notturno e non della loro scarsa capacità di organizzazione del tempo di studio. 
  • “L’alzatore di coriandoli”: trattasi di esemplare rugbistico di pregiata fattura, con qualche problema legato al mondo della fatica. Gli esercizi con pesi e copertoni non erano per nulla alla sua portata. Si narra che una notte provò per 5 ore a far ribaltare un copertone di grandezza importante, ma nulla, solo tanti sforzi. 
  • “L’innamorato”: di solito questo è un aspetto che arriva con la primavera, ma in ogni squadra c”è quel giocatore che quando si innamora…sparisce. Normalmente è un trequarti, ma non un ala, quelle si innamorano sempre ma il rugby lo giocano a prescindere. Lo si rivede al campo dopo i primi litigi o quando gli viene concessa l’ora d’aria. 
  • “La famiglia”: normalmente questo aspetto coinvolgeva un nuovo giocatore con uno dei veterani. Già, il nuovo assomigliava così tanto al vecchio che la Squadra decideva che quella era una famiglia. Per cui il nuovo si trasferiva nel garage del vecchio e formavano un nuovo nucleo familiare. Questo almeno fino a quando la famiglia reale non accusava di rapimento il vecchio e si passava per vie legali a giocarsi la custodia del figlio. 
  • “Rambo”: ogni squadra ne ha uno. E’ inevitabile. Lui è un simpaticone, ma su di lui si narrano storie incredibili. Pare che nell’ex Jugoslavia abbia trucidato un intero battaglione con dei post – it, ecco ho detto troppo ora speriamo non mi vengano a cercare. 
  • “Infortunio”: questa è una delle figura più diffuse in una squadra di rugby. Mi spiego: sono quegli esemplari di rugbisti che alla prima botta si diagnosticano una frattura scomposta esposta e si autocostringono a non venire più ad allenamento. Tuttavia frequentano palestre, corse di beneficenza e partite di calcetto; ma li si può correre è proprio il campo da rugby che fa male. 
  • “Il critico da lontano”: di norma trattasi di ex giocatore che però è rimasto molto legato alla squadra e così ad ogni piccolo problema arriva al campo e fa delle scenate. Spesso però, non frequentando il campo per lavoro, sbaglia e va a fare delle scenate epocali alle categorie sbagliate.