Mancano due giorni all’esordio delle Zebre nella coppa europea EPCR Challenge Cup col primo impegno previsto a Bristol in Inghilterra sabato contro i Bears. Le Zebre sono inserite nel gruppo 4 insieme agli inglesi, ai francesi dello Stade Rochelais ed ai russi dell’Enisei-STM. Al termine della seduta odierna d’allenamenti alla Cittadella del Rugby di Parma abbiamo incontrato il centro Giulio Bisegni, uno dei 14 Azzurri convocati ieri dalla nazionale italiana per le gare internazionali di Novembre. Il laziale ci ha parlato della sua crescita tecnica e mentale e dell’importanza del gruppo dopo 4 anni nella rosa delle Zebre. Dopo un’analisi tecnica specifica del ruolo, il 26enne ci ha presentato la sfida dell’Ashton Gate di sabato 13 Ottobre alle 16 italiane che sarà trasmessa in diretta streaming in Italia su DAZN.

Dopo le trafile delle nazionali giovanili fai il tuo esordio nel massimo campionato italiano con la Lazio Rugby 1927, quale il tuo più bel ricordo della tua carriera giovanile? La finale nazionale del campionato Under 20 coi compagni del 90/91/92 con la Lazio Rugby 1927, partita che purtroppo abbiamo perso dopo una stagione davvero positiva fatta di tante vittorie.

Assaporato il Guinness PRO14 come permit player arrivi alle Zebre a 21 anni nell’estate 2013, dopo cinque anni in cosa pensi di essere migliorato maggiormente a livello tecnico? Logicamente quando arrivi sei giovane ed acerbo: tanta esuberanza e voglia di fare ma meno pazienza e precisione che contraddistinguono la crescita e la al maturità di un giocatore. Mi sento migliorato nelle letture offensive e difensive soprattutto nelle ultime stagioni in cui abbiamo prediletto un gioco prettamente offensivo fatte di tenuta del possesso e difesa arrembante.

E a livello mentale? Tanto, appena arrivi hai voglia di dimostrare però appena fai un errore può capitare di buttarti giù. La forza mentale è una delle qualità più richieste nello sport professionistico. L’obiettivo è rimanere sempre concentrato e lucido in un sport che è la massima espressione della fisicità. La gestione della pressione dei momenti clou della partita s’impara con l’esperienza: questo è un aspetto in cui sono cresciuto molto.

Tu sei uno dei più estroversi dello spogliatoio delle Zebre, oltre alla preparazione tecnico e fisica, quanto conta il gruppo nel rugby? Per la mia concezione tanto, sono uno di quelli che è sempre in mezzo agli scherzi ed ed ai coinvolgere i nuovi ragazzi ed i più giovani. Il gruppo conta tanto, sen non hai voglia di stare col compagno in uno sport dove si combatte insieme dai qualcosa in meno. Cerco di essere un esempio in campo e fuori cercando di coinvolgere tutti , stare insieme e scherzare nello spogliatoio con divertimento.

Fuori dal campo come vivi il rapporto coi tuoi compagni? Bene, abbiamo un gruppo molto unito e molto giovane senza spaccature a livello di età con il solo Biagi come veterano del gruppo. Siamo molto uniti anche fuori dal campo e siamo sempre insieme.

Sei un duttile trequarti, per di più impiegato come secondo centro: quali i compiti principali in campo per chi porta la maglia numero 13? Il mio ruolo necessità molta sensibilità, in particolare nelle fasi difensive è quello che ha le maggiori attenzioni essendo chiamato a fare le scelte lontano dal punto d’incontro. Anche a livello offensivo con difese che ti mettono grande pressione diventi gli occhi dei tuoi compagni che giocano più vicini alla mediana: sensibilità e comunicazione sono gli aspetti che devo curare di più.

Nella preparazione della sfida ed analisi video, studi come affrontare il tuo diretto avversario? E’ una cosa che ho imparato nel tempo; appena arrivato a Parma la sfida era per me prettamente molto fisica e tecnica con me stesso. Questo aspetto è cresciuto nel tempo; tuttora la video analisi è sempre più importante. Cerchiamo di trasferire questa cultura anche ai più giovani, lo studio dell’avversario è fondamentale e nel giorno libero dagli allenamenti ci troviamo spesso a studiare sia la squadra avversaria che il diretto avversario.

Nel rugby moderno più veloce ed aggressivo, è sempre meno il tempo utile per decidere una giocata per voi trequarti. Come si batte una linea molto alta? Va battuta o attaccandola togliendole il tempo, con l’apertura che sul tempo del passaggio ha già preso la giusta altezza e cercando di giocare gli angoli di corsa giusti mandando fuori tempo qualche difensore, oppure cercando di rimanere talmente profondi per ottenere che la difesa sia tagliata fuori. La via di mezzo non è efficace: serve uno di questi due approcci.

Come ti piace interpretare invece la fase difensiva? Personalmente appena ho la sensazione di avere nel mirino qualcuno cerco sempre di togliergli spazio e tempo uscendo dalla linea e andando a placcare l’avversario con la palla in mano. Non è un aspetto richiesto sempre dallo staff, a me piace farlo.

Ogni stagione crescono per te minuti e mete segnate con le Zebre, arrivando a conquistare la stagione scorsa il premio di Ironman di tutto il Guinness PRO14. Quale Il tuo segreto di continuità? Sono passato tramite due infortuni alle ginocchia: col tempo ho capito l’importanza della prevenzione e della cura del proprio corpo con sessioni di stretching, mobilità e prevenzione propriocettiva è una cosa che aiuta e solo col tempo l’ho imparato a fare. Non c’è un segreto ma sicuramente la fiducia dello staff tecnico è fondamentale per giocare così tanti minuti.

Venerdì la partenza per l’Inghilterra dove incomincerà la Challenge Cup delle Zebre, quali gli obbiettivi nella coppa europea vi siete fissati? Vogliamo cercare di vincere le tre gare in casa e poi andare all’estero specialmente in Russia per trovare punti per cercare di passare il turno. La nostra ambizione di qualificarci non sarà facile ma il tutto non può prescindere dai tre successi interni come primo passo.

Che sfida ci aspetta all’Ashton Gate di Bristol sabato alle 16 in diretta su DAZN? Sarà una gara piacevole contro una squadra allenata da Pat Lam, coach che conosciamo bene per aver allenato il Connacht per tanti anni. Bristol è una squadra che gioca molto, ama giocare alla mano e fare movimenti particolari con giocate per ingannare la difesa avversaria anche con giocatori isolani a cui piace molto inventare. Noi cercheremo di giocare alla mano un rugby più efficace con una difesa più aggressiva per ricavare qualche possesso in più da rigiocare per essere pericolosi in attacco e segnare.

La scheda del giocatore:
Nome: Giulio
Cognome: Bisegni
Nato a: Frascati (ITA)
Il: 04/04/1992
Altezza: 182 cm
Peso: 93 kg
Ruolo: centro
Honours: Italia, Emergenti, U20, U18, U17
Caps: 10
Presenze in Guinness PRO14: 61
Presenze in EPCR Champions Cup: 1
Presenze in EPCR Challenge Cup: 9
Club Precedenti: Lazio Rugby 1927, Frascati Rugby
Instagram: giuliobisegni