Di Giacomo Civino

L’ unico match del Sei Nazioni che non prevede un trofeo minore è Galles-Inghilterra.

Correva il 23 Febbraio 2019, la temperatura è paradossalmente mite in quel di Cardiff, ma, al Millennium Stadium l’aria è più irrespirabile del solito. 

Il match è molto intenso sin dalle prime battute, le battaglie intorno al breakdown e nel gioco aereo si susseguono senza che nessuno riesca a prevalere sull’altro.

Dopo un quarto d’ora, ecco la contesa sbloccarsi: la mischia inglese conquista un fallo sotto ai pali consentendo a Farrell di mettere a referto i primi tre punti della partita. I Dragoni non si fanno impressionare reagendo abbastanza prontamente: la formazione di Gatland ribalta il fronte di gioco ottenendo anch’essi una penalità comodamente trasformabile. Il piede di Anscombe non trema, per il 3-3. 

La “perfida” albione torna ad attaccare accatastando fasi su fasi abrasive: entra nei ventidue avversari e poi con la corsa bruciante di Curry – uscito velocemente da un raggruppamento – va in meta. C’è la conversione, che vale il 3-10.

 i gallesi provano a proporre il tema offensivo per ristabilire le cose, mentre l’Inghilterra si difende stando sempre sul piede avanzante. Slade riesce persino a intercettare il calcetto a scavalcare di Anscombe mettendo in moto le gambe di May, su cui però la coppia formata da Adams e Liam Williams riesce a salvare sbrogliando la matassa.

Sul terreno del Millennium Stadium, c’è un’Inghilterra disposta a soffrire: le sfuriate dei dragoni non trovano gloria, perchè la fase difensiva della formazione di Eddie Jones è solida. All’ultimo minuto poi, un nuovo rovesciamento di fronte che frutta agli ospiti una touche in zona pericolosissima. George lancia l’ovale che una volta recuperato dai compagni diventa la chance per una maul affollatissima. Alun Wyn Jones entra di forza disinnescando il raggruppamento. C’è un attimo di incertezza. La palla giunge a Farrell che prova a risolverla con un Up & Under, ma la contraerea gallese recupera il possesso ponendo fine ai primi quaranta minuti di gioco.

Il secondo tempo della sfida ricomincia a ritmi decisamente meno feroci.  Al cinquantesimo un tenuto di May, sulla pressione di Liam Williams, offre al Galles la possibilità di accorciare. Anscombe si fa affidare il pallone per i pali. Si va sul 6-10.

E’il momento degli uomini di Gatland. Sinckler, messo sotto pressione psicologica, rischia grosso per un paio di interventi, prima su Anscombe e poi su Alun Wyn Jones, regalando un’altra penalità ai Dragoni. Anscombe fa tre su tre. Il Galles si fa nuovamente sotto in maniera molto pericolosa   9-10.

La formazione in maglia bianca non sembra più quella del primo tempo. Tuilagi prova infatti a suonare la carica con una scorribanda inattesa, ma la difesa gallese recupera la sua compattezza e non scomponendosi più di tanto costringe gli inglesi all’errore di trasmissione. 

Tra le fila della compagine allenata da Jones, c’è però un soldato in missione: è Tom Curry. Il flanker, in trincea, mette le mani su un pallone controllato a terra da Parkes costringendolo al tenuto. Farrell fiuta che il momento è propizio per aggiungere tre punti sul tabellone e lo fa. Si va sul 9-13.

Alun Wyn Jones e soci riprendono ad attaccare. Una fase via l’altra: dai trequarti agli avanti e viceversa. Cariche su cariche, in un fronte di gioco totale che va da destra a sinistra. 

Trentaquattro fasi, prima dell’ultima fiammata di forza di Cory Hill che va oltre andando in meta. Biggar, appena entrato, converte i punti del 16-13.

L’incertezza del risultato aumenta il pathos di una partita molto combattuta. Si entra negli ultimi seicento secondi. 

Le squadre si sfidano a viso aperto, ma il Galles sembra averne di più. Nei minuti finali del match, il Galles punisce ancora: la palla esce da una mischia e viene recapitata a Biggar, il quale compie un’apertura precisa con un calcio-passaggio che trova Adams pronto a recuperare l’ovale, battere Daly e andare a segnare, per il 21-13. A fine 6 Nazioni sarà vittoria e Grande Slam.