La vicenda in questione inizia a Sarno lo scorso 15 ottobre: in campo, per la seconda giornata di andata della Serie C2 Campania, ci sono la Polisportiva Sarnese e i Nato Lions Rugby Club.

Al 20′ del secondo tempo, sul punteggio di 9 a 5 per i padroni di casa, capita un infortunio ad un giocatore degli ospiti che, secondo quanto riferito dal medico di campo e riportato sul referto arbitrale, presenta “conati di vomito e difficoltà visiva”. La situazione appare quindi subito seria e il giocatore viene immediatamente portato al pronto soccorso con l’ambulanza che, per fortuna, era presente al campo: il medico di campo, vista la gravità dell’incidente e dato che sul mezzo della croce rossa non era presente il medico, ritiene opportuno accompagnare il giocatore in ospedale.

L’arbitro, quindi, dispone la sospensione della partita e invita la società di casa ad individuare un altro medico, in modo da poter far disputare i rimanenti venti minuti di gioco. Alle 17 e 42, però, essendo trascorso il limite massimo di sospensione temporanea senza che un altro medico riuscisse a presentarsi al campo, l’arbitro decreta la sospensione definitiva della gara.

Il Regolamento Attività Sportiva FIR infatti prevede che “prima di ordinare la sospensione definitiva della gara, l’arbitro può disporre più sospensioni temporanee […] qualora ritenga che ciò possa consentire la cessazione delle cause impedienti […] Tuttavia la durata complessiva delle interruzioni non può essere superiore a 40 minuti”.

La questione passa quindi nelle mani del Giudice Sportivo Regionale, che il 18 ottobre determina la sconfitta a tavolino per la Polisportiva Sarnese. Di seguito la motivazione della decisione:

“Visti gli artt.29/1 lett. j) del R.d.G. 15/1 lett. d), 16/2 lett. b), 24/2 lett. a) e 25/1 lett. a) del Regolamento Attività Sportiva, dichiara perdente la società POLISPORTIVA SARNESE con il risultato di 0 – 20 (0-4) in favore della società NATO LIONS RUGBY CLUB anziché il risultato del campo di 9-5 (0-1); Visto, inoltre, l’eccezionalità del caso nella parte in cui il medico di campo per necessità è stato costretto dagli eventi a seguire il giocatore al Pronto Soccorso Ospedaliero e nella considerazione che la società ospitante, seppur si è attivata immediatamente per reperire altro medico per far terminare la stessa partita in sicurezza, ha incontrato oggettive difficoltà sia per il poco tempo utile per far raggiungere il campo da un medico, unitamente all’orario dell’evento (domenica ore 17.10), ritiene di poter applicare alla residua parte della sanzione prevista dagli articoli sopra richiamati, il concorso di circostanze generiche di cui art. 11 punto 2 del Regolamento di Giustizia.”

Per la cronaca, l’articolo 29 – 1 -j del Regolamento di Giustizia recita:

“Il soggetto affiliato che abbia tenuto i seguenti comportamenti è punito con le sanzioni corrispondenti qui di seguito indicate: […] Qualora non assicuri la presenza di un medico durante tutta la durata dell’incontro, con la sanzione pecuniaria da Euro 100,00 a Euro 1.500,00, con la penalizzazione di quattro punti in classifica e la perdita della gara”

mentre l’articolo 11 – 2 prevede che il Giudice Sportivo possa considerare generiche circostanze attenuanti, “qualora le ritenga tali da giustificare una diminuzione della sanzione”.

Appare quindi chiaro, almeno agli occhi di chi scrive, che il Giudice Sportivo del Comitato Campano abbia fatto ciò che era in suo potere per applicare il regolamento ma, allo stesso tempo, punire nel modo più leggero possibile la società (eliminando sia la sanzione pecuniaria che la penalizzazione in classifica)

La Polisportiva Sarnese, un paio di giorni dopo, pubblica su Facebook un lungo sfogo che, secondo noi, attira l’attenzione su un tema fondamentale e controverso: quello della prevenzione.

La società sostiene che la loro particolare attenzione a questo aspetto ha finito per danneggiarli: se l’ambulanza non fosse stata già presente, infatti,  il medico di campo – dopo aver accertato che l’infortunio lo richiedeva – avrebbe dovuto chiamare il pronto soccorso più vicino ed aspettare l’arrivo di un mezzo, naturalmente con medico a bordo, che avrebbe poi portato l’atleta in ospedale.  In questo modo la partita si sarebbe interrotta solo per qualche minuto, il medico sarebbe rimasto al campo e dopo la partenza dell’ambulanza si sarebbe potuto riprendere a giocare normalmente. 

Se è vero che in occasione di alcuni infortuni – che purtroppo in uno sport di contatto come il rugby si possono verificare – la tempestività dei soccorsi è fondamentale, ci sembra di poter dire che un comportamento prudente e coscienzioso, come quello della Polisportiva Sarnese, andrebbe premiato e non penalizzato. 

Non pensate che magari – fermo restando che se una società non provvede ad individuare un arbitro per la partita va giustamente sanzionata – si potrebbe prevedere un caso particolare, che si verifica quando il medico deve assentarsi per non “abbandonare” un infortunato grave? E non pensate che, in questo caso particolare, invece che sospendere definitivamente la partita si potrebbe rigiocarla, magari solo per il tempo di gioco rimanente e partendo dal punteggio acquisito sul campo al momento dell’interruzione?

Noi sì.