Di Vittorio Cicalese

Il risultato lascerebbe poco spazio a pensieri alternativi, ma il 10 a 42 non può dirsi “sùbito” dall’Italia di Brunel, anzi. Ad un grande spettacolo sugli spalti ed in campo nel pre – partita, con la presentazione delle due squadre “marchiate” Adidas nel bel mezzo di un tutto esaurito Stadio “Olimpico”, si è aggiunta una superba prestazione di Parisse & Co.  Durante tutto il primo tempo e per buona parte del secondo, gli azzurri hanno dato addirittura l’impressione di potersela giocare alla pari contro i numeri 1 del ranking mondiale. Una battaglia epica, tra due squadre che hanno messo in campo tutto lo spirito necessario per dar vita ad un match memorabile: lo si può tranquillamente definire la miglior partita della stagione dell’Italrugby. Dare torto a tale affermazione vorrebbe dire dare torto a 60 minuti buoni di rugby, giocato ad altissimo livello, senza lasciare molti spazi ai neozelandesi durante le fasi difensive ma, soprattutto, facendo vedere alcuni spunti in attacco di pregiata fattura.
Nei primi 10 minuti è solo ed esclusivamente Italia: gli All Blacks sono costretti nella propria metà campo, relegati a difendere con ordine tutti gli attacchi italiani che, una volta in più, si dimostrano determinati e capaci di giocarsela con chiunque, proprio come vuole Brunel. L’attacco è ordinato sulla mischia, un po’ meno sui trequarti dove Mirco Bergamasco si è fatto scivolare in avanti un preziosissimo pallone su situazione di superiorità numerica azzurra al largo (4 vs 2, ndr). Tocca ai Tutti Neri, che recuperano il pallone e ci mettono 3 minuti per guadagnarsi un calcio di punizione: Cruden realizza ed è 0 a 3. Altri 3 minuti ed è meta per i neozelandesi: di nuovo Cruden avanza creando un buco nella difesa azzurra, scavalcando Masi e scaricando il pallone verso Conrad Smith (eletto poi man of the match) che si trascina con sé l’ultimo difensore azzurro e passa a capitan Read, che schiaccia in mezzo ai pali con Venditti immobile. Trasformazione realizzata sempre da Cruden, ed è 0 a 10. Al minuto 21 ancora Cruden, su punizione, dà l’impressione che la partita sia già a senso unico, portando gli All Blacks sullo 0 a 13. Da qui in poi, però, saranno proprio i neozelandesi a dover indietreggiare: l’Italia continua ad avanzare, conquista metri su metri e si esalta con la sua prima linea, fino ad arrivare a pochi metri dalla linea di meta. Punizione Italia, Parisse sceglie di lottare con una mischia chiusa. Si gioca, pallone conquistato, fasi e rischieramento veloce, Orquera lancia Sgarbi che schiaccia in meta! Orquera trasforma da posizione non difficilissima, ed è 7 a 13. La lotta continua, Sgarbi cerca Mirco Bergamasco con un delizioso calcio sul corridoio dei 5 metri della touche, BergaMirco riceve e scansa un placcaggio con un’abile 360°, corre verso la meta, ma viene bloccato all’ultimo secondo buttando poi via il pallone. Poco dopo è Gori a creare un buco nella difesa neozelandese, ma non c’è sostegno. 7 a 13 il parziale al termine dei primi 40’.

Secondo tempo farcito di orgoglio: l’Italia attacca quando può, ma deve anzitutto difendere, gli All Blacks entrano in campo con l’intenzione di riprendersi in mano il match e cercano in tutti i modi di segnare al più presto per evitare di correre ulteriori rischi contro questa Italia. Trascorrono 5 minuti, Orquera viene placcato al collo nell’area di meta italiana, ma l’arbitro Rolland non vede ed assegna una mischia ordinata sui 5 metri alla Nuova Zelanda, che ne approfitta per segnare altri 3 punti con Cruden, su calcio di punizione. Altri 4 minuti ed è Nonu ad andare in meta, dopo una buona percussione dai 22 italiani targata Smith, con seguente trasformazione di Cruden. Gli azzurri sembrano in debito di ossigeno, ma l’Olimpico continua a supportare la Nazionale che risponde all’appello: mischie vinte, attacco orgoglioso e drop vincente di Orquera al minuto 13. Italia 10, All Blacks 23, ma la partita è ancora lunga. L’Italia crolla definitivamente, gli impatti non sono più così duri come è stato per una buona ora di gioco, e la Marea Nera parte incontrastata verso il punteggio finale di 10 a 42, andando in meta con il neo-entrato Cory Jane prima e poi Savea per due volte.

Si è vista l’Italia migliore della stagione, senza dubbio: tanta voglia di esprimersi, tanto coraggio da parte di tutti gli uomini schierati in campo da Brunel nel corso del match. Un pack di mischia così ben assestato, ma soprattutto potente e veloce al contempo ha regalato all’Italia molte opportunità per affacciarsi in zona punti durante tutto il match: superbe le prestazioni di Zanni e Favaro, instancabili placcatori e fondamentali uomini di sostegno in attacco, ma è degna di lode anche la prestazione di Castrogiovanni, il migliore di tutti gli uomini di prima linea presenti in campo all’Olimpico. Voto più anche per Orquera, Masi, Sgarbi e Venditti, con elogio speciale per questi ultimi due: l’Italia sta crescendo e si sta ringiovanendo, grazie all’ottimo lavoro realizzato da Brunel finora. Ma, più di tutto, l’Italia ha mostrato di poter emozionare anche contro i migliori giocatori del mondo. E scusate se è poco.

Italia-Nuova Zelanda 10-42 (7-13)

Marcatori: 13′ e 20′ pt cp Cruden, 16′ pt meta Read tr. Cruden, 25′ pt meta Sgarbi tr. Orquera; 5′ st cp Cruden, 9′ st meta Nonu tr Cruden, 13′ drop Orquera, 29′ meta Jane tr Cruden, 33′ st meta Savea, 36′ meta Savea tr Cruden.

Italia: Masi (21′ st McLean) – Venditti, Benvenuti, Sgarbi, Mirco Bergamasco – Orquera, Gori (16′ st Botes) – Parisse (c), Favaro (6′ st Barbieri), Zanni (35′ st Mauro Bergamasco) – Minto, Pavanello (20′ st Geldenhuys) – Castrogiovanni (16′ st Cittadini), Ghiraldini (10′ st Giazzon), Lo Cicero (10′ st De Marchi). A disposizione: Mauro Bergamasco.

Nuova Zelanda: Barrett (25′ st Jane) – Gear, Conrad Smith, Nonu, Savea – Cruden, Aaron Smith(21′ st Kerr-Barlow) – Read (c), Cane, Messam – Retallick, Williams (10′ st Whitelock) – Faumuina (6′ st Franks), Mealamu (2′ st Coles), Woodcock (25′ st Crockett). A disposizione: Vito, Carter.

Arbitro: Alain Rolland (Irlanda)