Sarà oramai banale dirlo, ma vedere giocare le squadre neozelandesi e compararle poi con le australiane o le sudafricane è quasi come paragonare una Formula 1 ad una Panda del ’97.
Ritmo, intensità e acume tattico caratterizzano tutte le squadre kiwi e ciò che è importante è che vedere giocare una qualsiasi delle franchigie neozelandesi equivale a divertirsi sul divano. Solamente gli Hurricanes stanno un po’ deludendo le attese, ma la stagione è lunga e la qualità non manca. Nella sfida coi Jaguares ad uscire vittoriosi sono stati proprio i neozelandesi che sebben abbiano chiuso la partita con un rotondo 34 – 9, hanno faticato più del previsto, soprattutto in mischia chiusa dove sono stati messi sotto dagli uomini di Ledesma. A fine primo tempo il punteggio era perfettamente in bilico sul 6 – 12, ma i troppi errori difensivi degli argentini hanno fatto dilagare gli Hurricanes nel secondo tempo. Da segnalare il ritorno in campo di Jordie Barrett, che dopo vari mesi passati dal fisioterapista è ora tornato a tutti gli effetti a disposizione di coach Boyd.
La “Battle of Bombay” tra Blues e Chiefs è stata una sfida scintillante che ha visto trionfare gli ospiti 21 – 27. Nonostante le assenze preannunciate di Nanai-Williams, Ngatai e Bird e quelle dell’ultimo minuto di Retallick e Stevenson, i Chiefs hanno dimostrato di essere una squadra solida e sempre temibile. Ad esordire in Super Rugby è stato Tiaan Falcon, giovanissima apertura che ha ben figurato. Nonostante il tantissimo possesso dei Bues, il primo tempo è terminato solamente sul 14 – 10 per i padroni di casa, rei di aver sprecato moltissime occasioni. Ad inizio ripresa i Chiefs hanno assestato un uno – due micidiale con le mete di Cane e Webber che hanno letteralmente spaccato la partita. Gatland è riuscito a rispondere con una meta, ma non è stato abbastanza per vincere la partita. A brillare nei Chiefs è stato l’ala Sean Wainui, ala potentissima arrivata dai Crusaders, mentre a fare il solito grandissimo lavoro è stato Sam Cane. Nei Blues da sottolineare le prove di Pulu e Akira Ioane, mentre da rivedere è il fratello Rieko. Dalla panchina, Kaino non ha avuto l’impatto desiderato e così i Blues sono arrivati un po’ corti al traguardo.
Sempre rimanendo in Nuova Zelanda, i Crusaders non hanno lasciato scampo agli Stormers distruggendoli col punteggio di 45 – 28. La partita era virtualmente chiusa al 18°, con i crociati già avanti 26 – 0. Gli Stormers, impotenti, hanno solamente potuto assistere al clinic offensivo della squadra di Robertson, veramente impressionante nella gestione del pallone e anche in difesa. Una piccola reazione ad inizio ripresa è stata resa vana dalle mete di Mo’unga e Tamanivalu. I sudafricani hanno meritatamente perso ma lo hanno fatto mettendo in mostra una fisicità spaventosa, soprattutto nell’1 contro 1. L’esperiemento Leyds a numero 10 non è pienamente riuscito mentre sul fronte neozelandese è difficile individuare un giocatore che non abbia ben figurato.
Sul fronte australiano invece, arrivano buone conferme dai Rebels che espugnano Tokyo con un secco 17 – 37. Grande protagonista di giornata è l’ala Maddocks, autore di ben 3 mete. I giapponesi non si sono mai arresi, anche dopo aver visto ben 3 giocatori uscire per infortunio nei primi 18 minuti. Il primo tempo infatti si era chiuso sul 10 – 10, ma nella seconda frazione di gioco la mischia australiana guidata da un ottimo Ainsley è salita in cattedra e ha fornito piattaforme perfette per liberare la cavalleria leggera. Maddocks ha condito la sua magistrale prova con 2 assist oltre alle 3 mete, alzando prepotentemente la mano per farsi notare da Cheika. I Rebels affronteranno ora i Brumbies con l’obiettivo di fare 3 su 3. In ogni caso, gli uomini allenati da Wessels hanno già ottenuto in 2 giornate più vittorie di quelle ottenute nell’intero 2017.
Reds e Brumbies sono stati protagonisti di una partita a tratti noiosa e soprattutto caratterizzata da una miriade di errori. A spuntarla sono stati i Reds grazie ai piedi di Tuttle e Lance che hanno realizzato tutti i punti al piede. Nonostante un possesso palla e un dominio territoriale tutto a favore della squadra di Brisbane, i Reds non sono mai riusciti a concretizzare con una meta, tenendo in partita degli spenti Brumbies. Non è un caso se il nome di Liam Wright in Australia è conosciuto da tutti nonostante i suoi 20 anni: il terza linea dei Reds, all’esordio da titolare in Super Rugby, ha fornito una prova magistrale rivelandosi un vero uomo ovunque. Da segnalare anche il pilone JP Smith che, una volta entrato in campo nel secondo tempo, ha sistemato la mischia chiusa Reds. Tra i Brumbies molto buona la prestazione di Kyle Godwin, mentre a deludere è stato il compagno di reparto Kuridrani.
I Waratahs invece hanno fatto visita agli Sharks sul temibile campo di Durban. Le cose si erano messe al meglio per la squadra di Sydney grazie alla meta di Gordon dopo soli 4 minuti, ma gli Sharks non si sono mai persi d’animo e hanno iniziato a tenere il pallino del gioco. Quando al 70esimo Du Preez si è involato in meta i giochi sembravano fatti in favore degli Sharks, ma una invenzione di Foley ha mandato in meta il neoentrato Short per la meta del pareggio finale, 24 – 24. Una trasferta agrodolce quindi per i Waratahs, che comunque mettono 2 punti in saccoccia che fanno sempre comodo.
In una partita dal sapore di Currie Cup invece, i Lions stravincono il derby sudafricano con un 49 – 35 che non descrive al meglio il dominio avuto sui Bulls. La squadra di Pretoria è stata in partita fino ad inizio secondo tempo ma le 3 mete Lions in 5 minuti hanno distrutto le speranze dei Bulls. A penalizzare i padroni di casa è stata la scarsa disciplina ma soprattutto i placcaggi sbagliati, ben 25 quelli dei Bulls contro i soli 6 dei Lions. Sul finire di partita i Bulls hanno realizzato 3 mete che hanno ridotto lo svantaggio, senza mai avere chances di portarsi a casa la vittoria. Ad essere sugli scudi il solito Marx ma anche il velocista Mahuza, mentre sul fronte Bulls uno degli ultimi a mollare è stato l’ala Kotze.

Di Andrea Teodorini – tutti i diritti riservati