Con il previsto atto costitutivo firmato dai soci fondatori Mauro Fraddanni, Emanuele Bertolini, Fabio Bizzi, Manlio Brondi e Riccardo Favilli, i Lions Amaranto Livorno sono ufficialmente nati martedì 11 gennaio 2000. Dopo un anno preciso, giovedì 11 gennaio 2001, è nato Manuel Barsali, il trequarti che, dopo aver iniziato l’attività rugbistica nel vivaio Lions nella stagione 2010/11, ha effettuato la classica trafila nel settore giovanile amaranto e nella franchigia del Granducato, per poi esordire nella prima squadra amaranto all’inizio della stagione 2019/20, in B. In tale campionato, interrotto dopo appena 11 partite per l’emergenza legata al Covid-19, Barsali, ha realizzato quattro mete: è stato il vice meta-man della sua formazione, alle spalle solo del tallonatore Alberto Giusti, che figura a quota sei. Barsali vanta nella sua carriera, con la maglia del Granducato under 16, il terzo posto nel campionato nazionale di categoria 2015/16. Suo allenatore, all’epoca, era Giampaolo Brancoli, dal 2018 tecnico della prima squadra amaranto. “Ricordo con grande piacere – dice Barsali – quella cavalcata con il Granducato. Una stagione favolosa, caratterizzata da 20 vittorie, 1 pareggio e 1 sconfitta. Nella nostra rosa erano protagonisti tanti atleti di sicuro spessore che ora, con pieno merito, si stanno ora ritagliando spazio ai massimi livelli nazionali. Avevamo creato un ottimo gruppo, con determinati valori che ci hanno consentito di raggiungere ottimi risultati. Senza alcuni episodi sfortunati potevamo addirittura vincere il titolo tricolore. Solo negli ultimi secondi del ritorno della semifinale nazionale, a Roma contro i locali della Capitolina, abbiamo incassato la fatal meta che ci ha tolto il biglietto di ingresso per la finale. Poi, nella finale, la Capitolina ha vinto in modo netto con il Rovigo: tutto lascia supporre che senza quella meta da noi incassata contro i romani in modo ingenuo, proprio nel finale, avremmo vinto noi lo scudettino”. Il Granducato, come noto, è la franchigia livornese nata nel 2015, è attiva nelle categorie under 18 e under 16 ed è il frutto del proficuo lavoro sinergico tra le società cittadine dei Lions e degli Etruschi. “Sono stato – aggiunge Barsali – sempre un tesserato Lions”. Voltiamo pagina: ora la voglia di ripartire, dopo oltre un anno pesantissimamente condizionato dall’emergenza sanitaria e l’impossibilità di disputare partite, è tangibile. “Sia pur rispettando in modo scrupoloso il previsto protocollo, noi Lions, anche solo con sedute di carattere fisico-atletico, senza contatto, in realtà non ci siamo mai fermati. Stiamo gettando le basi per un torneo di B 2021/22 ricco di soddisfazioni”. Una curiosità: quando l’Italrugby, nella sua unica partita cuscinetto tra il disastroso mondiale del 1999 ed il trionfale debutto assoluto nel ‘Torneo delle Sei Nazioni’, giocò, contro la Georgia, sul prato del ‘Carlo Montano’ (era 26 gennaio 2000: l’incontro finì 51-7 per gli azzurri), Barsali non era ancora nato. Quella partita amichevole ufficiosa (non si trattava di un ‘test match’) ha rappresentato l’ultima volta degli azzurri a Livorno. “Ho letto – aggiunge Barsali – la proposta lanciata da alcuni giocatori ‘storici’ di far ritornare nella nostra città l’Italrugby. Al di là che il nuovo presidente federale, Marzio Innocenti, è livornese, è da sottolineare come da noi l’attività rugbistica sia di grande qualità, come dimostrano i due miei ex compagni di squadra del Granducato, i livornesi Gianmarco Lucchesi e Federico Mori, ormai, con pieno merito nel giro della nazionale maggiore. La vivacità del movimento livornese è dimostrata inoltre dal numero record, in rapporto con il numero degli abitanti, dei tesserati e dai tanti campioni che hanno giocato in nazionale, rivestendo anche le mansioni di capitano. La vitalità è dimostrata pure dal bagno di folla che si è registrato in occasione del derby cittadino di B del 3 novembre 2019: ho ancora i brividi a ripensarci, visto che ho avuto il grande privilegio di disputare quello storico confronto. Non so se possono sussistere problemi di carattere burocratico e-o tecnico per ospitare l’Italia allo stadio ‘Armando Picchi’, magari in occasione di uno dei tre prossimi incontri autunnali, ma per tutti noi che siamo cresciuti a ‘pane e palla ovale’, sarebbe un vero e proprio sogno realizzato. E poi chissà: tempo addietro il capitano dei Lions, Luciano Scardino e lo stesso nostro tecnico, Giampaolo Brancoli, hanno lanciato l’ipotesi di un derby cittadino al ‘Picchi’. Noi siamo molto affezionati al nostro splendido quartier generale ‘Emo Priami’, ma se si concretizzasse l’ipotesi di poter calcare il prato del ‘Picchi’, toccheremmo il cielo con un dito”. Nel maggio 1990 – rugbisticamente parlando qualche era geologica fa… – si è giocata l’ultima partita di rugby allo stadio ardenzino. Con il Livorno Calcio retrocesso tra i dilettanti, ci saranno novità anche nell’utilizzo dell’impianto?