Cardiff (Galles) – “La Nazionale è la parte del movimento che combatte in prima linea, in trincea. Abbiamo la responsabilità del futuro del rugby italiano nelle nostre mani e lotteremo con tutte le nostre forze per il bene del movimento. L’Italia è un grande Paese di rugby, ha grande tradizione e ha meritato di essere qui. E per imparare a essere competitiva a questo livello, l’unica opportunità è giocarci settimana dopo settimana. I nostri giovani lo stanno facendo: penso a Violi, Minozzi, Bellini, Negri, ai giocatori che potranno essere tra quattro, cinque anni. Ma anche alla volontà e alla necessità di vincere oggi. Lavoriamo per questo e continueremo a farlo: siamo sulla strada giusta e raggiungeremo i nostri obiettivi”.

Conor O’Shea, dopo il 38-14 di Cardiff, risponde con serenità a chi gli chiede le ragioni della sconfitta di Cardiff e, più in generale, della lunga serie negativa della Nazionale nel Torneo.

“Abbiamo regalato i primi cinque minuti al Galles – dice il CT della Nazionale – ma la nostra prestazione e l’attitudine del primo tempo sono state buone. Il problema non è di atteggiamento, ma come contro la Francia dobbiamo segnare punti quando ne abbiamo la possibilità e a questo livello esecuzione e precisione non sono ancor adeguate. Dobbiamo imparare e lavorare, ci sono state occasioni per rimanere più a contatto nel punteggio che abbiamo sprecato, e questo ancora una volta ha influenzato l’inerzia della gara a favore dei nostri avversari. Sono arrabbiato perché so che ancora una volta siamo stati mancanti nelle cose che possiamo controllare e a questo livello è fondamentale riuscirci. Guardiamo avanti per essere pronti tra sei giorni ad affrontare la Scozia a Roma” ha aggiunto il tecnico irlandese dell’Italia.

“Nel nostro lavoro, per le sfide che abbiamo, è importante essere realistici e guardare a noi stessi, non all’avversario: tanti dei nostri problemi sul campo oggi sono nostra colpa. Oggi il Galles è una squadra più forte di noi, ma con maggior precisione il risultato avrebbe potuto essere differente” afferma O’Shea.

“Abbiamo affrontato una grande squadra, il nostro inizio è stato un incubo ma nei settantacinque minuti successivi entrambe le squadre hanno avuto buone opportunità. La mia preoccupazione è che non abbiamo concretizzato quanto avremmo dovuto, questo è il problema più importante da risolvere per noi” conclude l’allenatore italiano.

“Per me – aggiunge il capitano azzurro, Sergio Parisse – è rassicurante vedere la reazione della squadra dopo le prime due mete. In passato, dopo una partenza come quella di oggi, forse avremmo preso settanta punti. Invece, siamo riusciti a tornare in partita. Sul 17-7 siamo andati in touche per segnare una meta che avrebbe forse potuto riaprire definitivamente la gara, ma abbiamo perso palla. Dopo abbiamo sbagliato un calcio che avrebbe potuto ricucire e sicuramente in un momento chiave come a inizio secondo tempo, con un uomo in più avremmo dovuto segnare e invece abbiamo concesso una meta. L’inerzia del match a quel punto si è spostata a favore dei gallesi. Credo che il risultato non rifletta veramente la differenza tra noi ed i nostri avversari e oggi sono un po’ deluso. Abbiamo avuto tanto possesso ma commesso troppi errori, dobbiamo essere più precisi. Ma siamo venuti a giocare, non a difenderci ed a guardare l’avversario e questa è la strada che vogliamo mantenere” dice il numero otto e capitano della Nazionale.

Natwest Sei Nazioni 2018, round 4, Cardiff, Principality Stadium 11/03/2018, Galles v Italia, la conferenza stampa di Conor O’Shea.