In questo momento l’importante è dare fiducia a Brunel, dare fiducia a questo piccolo grande francese, che ha le idee chiare in testa e il carattere per metterle in pratica. Dobbiamo guardare in faccia la pesante sconfitta di Dublino, essere realisti in merito ai nostri errori, ma altrettanto consapevoli dei miglioramenti a cui possiamo arrivare. Soprattutto, a parer mio, non si tratta di puntare il dito sui giocatori o colpevolizzare completamente il solo Botes, ma pensare anche a quello che c’è dietro, alla mentalità retrograda e non produttiva che i vertici federali continuano a portare avanti. Perché se vogliamo davvero  portare “aria nuova” in questa squadra, forse è il caso di rinnovare anche gran parte della Federazione. Prendiamo in considerazione la figura di Dondi: quanti anni ha? Per quanti mandati è stato riconfermato? E per quanti altri lo dovremmo vedere uscire vincente? Ad un certo punto un ciclo dovrà pur finire, è un uomo che indubbiamente ha dato tanto al rugby italiano, ma a volte è il caso di ripartire per rinascere, no? Poi lo staff tecnico: gli unici ad aver pagato fino ad ora sono stati i tecnici, ma tutti gli altri? I vari Orlandi, Troncon (anche se lui non lo toccherei proprio), Checchinato ecc, se una nazionale proprio non va, non è il caso di rinnovare un po’ tutti? Di certo ci sono altri preparatori, allenatori, tecnici bravi quanto, se non più dei soliti noti. Ma si sa, qui da noi, prima di spostare qualcuno dalla propria posizione si deve non faticare…molto di più! Sempre a mio personale giudizio, prima di colpevolizzare chi la faccia e non solo ce la mette per davvero, i giocatori, io farei un po’ i conti con chi manovra solo il tutto!

In secondo luogo vorrei rispondere a tutti coloro che si chiedono perché siamo ancora qui ad osannare una nazionale che perde sempre. Bhè…anche questo è il rugby. Uno sport che si distingue dagli altri, anche perché i suoi tifosi non mollano la propria squadra alla prima difficoltà, anche se questa si ripete più volte. Noi tifosi preferiamo guardare il bicchiere mezzo pieno, piuttosto che mezzo vuoto. Ragion per cui uscire dal campo perdendo di poco, è in ogni caso un successo. Mi rendo conto sia difficile da capire per persone che a causa di una sconfitta distruggono una città, ma è proprio così! Poi finiamola con il “ma questi perdono sempre e hanno tanta copertura mediatica, mentre altre squadre che vincono tanto no, come la pallanuoto, o la scherma ”.  Evidentemente il rugby piace a prescindere, finiamola di rosicare e guardiamoci attorno: in Italia non esiste solo il calcio, fatevene una ragione!