Ecco il commento all’articolo sul Beccaria pubblicato dal corriere.it:

“Per loro vanno bene gli scacchi: li costringe a ragionare. La violenza di questo sport rafforza solo la loro virulenza. E quanti oratori, oppure scuole, oppure associazioni di giovani onesti non possono disputare uno sport decente o anche questo sport per mancanza di fondi, mentre questi individui vengono vestiti da capo a piedi e premiati con un campo per giocare?”

A voi i commenti, io in questo caso li tengo per me. Meno male che qualcuno è intervenuto subito, ragionando in maniera costruttiva e seria:

“Caro Ausonius, in una società civile lo scopo del carcere non è l’afflizione vendicativa del condannato, ma il recupero e il reinserimento della persona che ha commesso un reato (riapra la Costituzione, articolo 27). A maggior ragione, nel caso di un minore. Gli scacchi? Si dice che un match di rugby sia una partita a scacchi giocata in velocità, ma non è questo il punto. Dal campo del Crespi, dove a Milano si allenano i ragazzi dell’Asr, al campetto del Beccaria, dove si tenta qualcosa di più difficile e profondo di una parentesi atletica, il percorso è coerente con il rispetto di uno dei fondamentali del rugby: il sostegno. La solidarietà. Non tutti lo capiscono, ma non è un buon motivo per smettere di crederci.
Un cordiale saluto
Roberto”.