Roma – Con una due giorni di intenso lavoro, in aula e sul campo di Bradford, il “Progetto MIXAR” che vede la Federazione Italiana Rugby guidare il bando Erasmus dell’Unione Europea ha mosso un nuovo passo in avanti nella formazione di tecnici e atleti in grado di trasferire verso la base i principi di un rugby sempre più inclusivo.

La Federazione Italiana Rugby propone, da sempre, la pratica di un rugby di base senza limiti alla disabilità fisica o mentale, creando strumenti ed opportunità che facilitino la partecipazione integrata: da qui, l’impegno di FIR a promuovere non solo in Italia ma a sviluppare a livello continentale un percorso didattico e di formazione per tutti quei Club che desiderino promuovere al proprio interno la piena inclusione.

Al momento di formazione organizzato da FIR e IMAS (International Mixed Ability Sports) a Halifax, vicino Manchester, hanno preso parte rappresentanti di tutte le realtà coinvolte nel progetto: tecnici di Club italiani provenienti da tutta la penisola, la Federazione Spagnola di rugby, l’Università di Salamanca, l’impresa sociale Per Formare, Club irlandesi e esponenti della federazione fiamminga.

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Il modello promosso da IMAS – http://www.mixedabilitysports.org/it/ – prevede l’interazione di giocatori disabili e non disabili su base paritaria nel gioco del rugby a pieno contatto, promuovendo salute, equità, parità di appartenenza e coesione sociale, sfidando segregazione e stereotipi sulla disabilità, oltre a favorendo processi di formazione permanente e sviluppo personale per tutti i partecipanti.

Daniele Pacini, Responsabile del Rugby di Base di FIR, ha dichiarato: “Il percorso avviato nei mesi scorsi con IMAS e gli altri partner coinvolti è entrato nella sua fase operativa, che si protrarrà per i prossimi due anni, e sia a livello nazionale che europeo stiamo riscontrando un eccezionale interesse da parte dei Club e dei tecnici. La missione di FIR e di <Rugby per tutti>, il contenitore dedicato allo sviluppo del gioco di cui questo progetto costituisce parte rilevante, è di promuovere il gioco in ogni sua forma, valorizzando quei principi di inclusione che sono un tratto caratterizzante del nostro sport ad ogni livello”

Martino Corazza, direttore di IMAS, ha aggiunto: “Il progetto vuole promuovere in Europa un rugby aperto a tutti, e raggiungere questo obiettivo unendo le competenze dei partner coinvolti per abbattere le barriere della partecipazione. Il Rugby è inclusivo per natura, tutti possono avere il loro posto in squadra e questa buona pratica può portare la grande famiglia del rugby ad attrarre più persone possibile. Vogliamo che tutti. a prescindere dalle loro abilità, possano essere membri del proprio Club e partecipare attivamente, senza classificazioni o etichette. L’obiettivo ultimo è la realizzazione di una case history che permetta di unire le esperienze di tutte le realtà coinvolte per produrre una guida al rugby integrato accessibile a tutti i Club che desiderino seguire questo modello”.