Di Lorenzo Cirri
Piove ancora, fuori dal finestrino del mio treno sono le gocce che fanno da contraltare ai miei pensieri. Dicembre è iniziato, me ne accorgo dal frenetico via vai di vite indaffarate nei dintorni dei centri commerciali, dal freddo e dal fango che questa mattina appesantisce il mio borsone, dopo una bella serata passata sul campo e dalle bozze dei calendari che questa mattina ho trovato a riempire la mia mail.
Mi sono sempre chiesto il perchè di questi calendari, non che non mi piaccia ammirare delle rugbiste seminude, ma io in fondo sono sempre stato particolare, trovo affascinante una donna quando gioca, non ho bisogno di sensualità evocative da appendere al muro. Questione di punti di vista.
Quando circa dieci anni fa ho iniziato a seguire le prime ragazze sul campo di Sesto Fiorentino, per me è iniziata un’esperienza umana importante, che mi ha permesso di capire molte cose del mondo del rugby ma anche tante altre della vita in generale.
Da allora ricordo di non aver più potuto perdere di vista o smettere di cercare di comprendere quelle ragazze che si affannavano a tentare di domare quel “sacco pieno di vento”. E’ rugby, lo è sempre stato, con quella voglia di correre e sudare, alla ricerca del momento migliore per ricevere o fare un passaggio. Con l’ebbrezza di correre liberi nello spazio, tra un placcaggio e la voglia di sfogare e liberare la propria fantasia. Ho scrutato così tanti occhi e tante facce, che oggi, qualche volta, mi riesce di capire fin da subito chi lotta per tirar fuori (o trattenere dentro) sentimenti, euforia o frustrazioni, cercando a tutti i costi di superare se stessa prima che l’avversaria.
Mi sono chiesto spesso cosa ci fosse dietro alla grande passione di queste ragazze. La risposta è piuttosto complessa, quasi sempre un universo davvero complicato e poco sostegno da parte di tutto quello che le circonda. Già, il sostegno… Eppure dovrebbe essere una qualità fondamentale nel nostro mondo ovale.
Mi spiego meglio. Come tutti gli anni in questo periodo arrivano sulla mia scrivania decine di calendari di ragazze del rugby di tutto il mondo (10 anni di rugby in rosa oltre a tante soddisfazioni mi hanno portato davvero tante amicizie) e ce ne sono di tutti i tipi. Ci sono le ragazze della nazionale russa che in quanto quanto a sfacciataggine potrebbero far invidia a modelle del softcore patinato di mezzo mondo, le francesi che sembrano sempre trovarsi a loro agio mezze nude in mezzo ai tanti campi del loro bel paese, o le bellissime canadesi con dei fisici davvero invidiabili, che posano nude per finanziarsi la partecipazione alla prossima Coppa Del Mondo. Per non parlare poi delle nostre ragazze: da Monza all’Aquila è un tripudio di gambe, tacchi, palloni, fango e sensualità, che quasi sempre fanno la felicità dell’altra parte dell’universo ovale.
E mentre non posso fare a meno di perdermi lungo la linea ideale delle gambe di un bel centro canadese o immaginare le promesse nascoste di un sorriso da terza della steppa, continuo a chiedermi perchè.
Perchè a queste ragazze non può bastare la propria passione? Perchè devono ricordarci continuamente che sono donne (e belle per di più) e non possono semplicemente essere delle giocatrici di rugby, almeno sul campo.
Il rugby è sicuramente uno sport di contatto e proprio per questo è necessaria una grande determinazione, qualità, a parer mio, tanto maschile quanto femminile, e dimostrarlo su un campo da rugby non vuol dire essere uomini mancati. Sicuramente le ragazze non si fanno spaventare da lividi e botte, ma non per questo si svilisce una una femminilità che appartiene loro fuori e dentro il campo.
Vorrei che non ci fosse bisogno dei calendari per ricordare al mondo ovale cosa sono e quanto valgono le ragazze, vorrei che non ci fosse bisogno di un calendario per racimolare i soldi per le maglie o le trasferte, vorrei che anche le ragazze avessero la possibilità di dedicarsi completamente a questo sport, essendo professioniste o semplici giocatrici, ma con tutto il rispetto e la dignità che ogni rugbista merita sul campo. Vorrei… Ma io in fondo sono sempre stato particolare.
Riproduzione Riservata Nprugby.it