L’Europeo U19 di Rugby League, con il settimo posto dell’Italia League U19, è stato un successo sotto molti punti di vista. Risultato sportivo a parte, bisogna sottolineare come una delle eccellenze del rugby league italiano si sia messo in mostra in maniera ottimale e importante, guardando al futuro: stiamo parlando dell’arbitro Guido Bonatti, chiamato ad arbitrare alcune gare dell’Europeo e che ha anche ottenuto i giusti riconoscimenti per il suo operato. Di seguito una breve intervista che spiega il lavoro che la FIRL (Federazione Italiana Rugby League) svolge a 360° e la bravura del fischietto italiano. 
 
Guido, parlaci di questa esperienza all’Europeo di Belgrado. 
Per me l’europeo U19 di Belgrado è stata una bellissima esperienza tanto sotto il profilo sportivo, quanto sotto quello umano. Per questo devo ringraziare la Federazione Italiana di Rugby League. Poi tra le tante esperienze mi porto nel cuore e non posso che ringraziare tutti i ragazzi della nostra spedizione FIRL che, durante le giornate di gara e durante la cerimonia finale hanno fatto il tifo per me, è stato bello essere l’unico arbitro con il fans club!
 
Come è nata questa esperienza a Belgrado? Ci sono state delle selezioni? 
 
Il processo di selezione degli arbitri è iniziato già nell’autunno del 2017 e la comunicazione di essere stato selezionato l’ho ricevuta circa a metà aprile. La felicità, nel leggere la mail, per un momento, mi ha riportato ad essere ragazzo, sapere di aver passato le selezioni, di poter vivere in prima persona un’esperienza sportiva di primo livello, di rivedere vecchi amici e di poterne fare di nuovi, poter viaggiare e conoscere posti nuovi è un qualcosa che, come detto, non provavo da tempo. Da lì in avanti è iniziato il percorso di avvicinamento, fatto di attesa, motivazione, allenamenti, partite arbitrate e guardate su internet. 
 
Quali le gare che a Belgrado hai avuto la possibilità di dirigere?
A Belgrado ho avuto la possibilità di arbitrare Irlanda – Scozia nella prima giornata di partite, fare il giudice di linea per Inghilterra – Galles e Galles – Scozia rispettivamente nella seconda e terza giornata, e vedere da vicino la maggior parte delle partite, l’unico rammarico è stato poter vedere poco le partite dei nostri ragazzi. 
 
Come ti sei sentito a lavorare con tutti questi arbitri internazionali?
Come gruppo arbitri abbiamo costituito a tutti gli effetti la nona squadra della competizione, lavorando non solo nelle giornate degli incontri ma anche con puntuali revisioni video dei vari incontri, svolgendo esercitazioni pratiche che simulavano i temi critici emersi nelle varie giornate di gare. Tutto questo naturalmente ha portato ad aumentare le ore di ruby league nel bagaglio personale di ciascuno di noi, soprattutto per noi delle nazioni in cui il rugby league non è una displina diffusa e praticata come in Inghileterra e Francia; abbiamo, poi, potuto migliorare il livello di conoscenza dell’interpretazione delle regole. In questo contesto, poi, abbiamo avuto anche modo di svagarci, rilassarci e visitare la città, tutte cose che hanno aumentato la coesione del gruppo e creato veri rapporti di amicizia. 
 
Qualche ringraziamento particolare?
Devo ringraziare sicuramente Phil Smith e Steve Hogan, i responsabili del gruppo arbitri che si sono presi cura di noi da un punto di vista tecnico e organizzativo, e Rale Novakovic, nostro vero uomo operativo sul campo.
 
 
Progetti per il futuro?
Per quanto riguarda il futuro, da un punto di vista personale, il prossimo impegno sarà il 22 settembre quando a Goteborg dovrò arbitrare Svezia – Olanda. Spero in quell’occasione di meritarmi ulteriore fiducia da parte dei designatori della RLEF (Rugby League European Federation) e di poter essere coinvolto quanto prima su altri palcoscenici internazioni. A Belgrado infatti ci hanno speigato che l’obiettivo della federazione europea è di alzare il livello generale degli arbitri europei in modo da poter designare arbitri delle nazioni in sviluppo per gli appuntamenti continentali e che l’obiettivo finale è di avere almeno un arbitro che non sia australiano o inglese alla prossima coppa del mondo del 2021. 
 
Come procede il Rugby League Italiano?
Da un punto di vista più generale il mio obiettivo è allargare la base del rugby league in Italia, aumentare il numero di giocatori, il numero delle squadre, quello delle partite e quello delle persone che si rendono disponibili per lo sviluppo dello sport; in particolare, visto il mio ruolo all’interno della federazione, Voglio provare ad aumentare il numero degli arbitri e trasmettere loro quanto ho avuto modo di apprendere durante le varie esperienze internazionali per permettere a giovani motivati di vivere quanto ho vissuto io, il tutto per consentire ai giocatori italiani di vivere il miglior rugby league possibile.