Dal sito www.tempi.it

Il successo di vendita dei tagliandi, oltre 60.000, per il primo incontro del Sei Nazioni nella stupenda cornice dell’Olimpico di Roma suona come una condanna per un altro stadio romano: il Flaminio. Il Flaminio diventa casa della Nazionale ovale nel 2000 con il nostro accesso al prestigioso Torneo europeo per Nazioni. Con la crescita rapida del rugby la capienza di 24.000 posti comincia presto ad andare stretta e la Fir inizia a chiederne la ristrutturazione al Comune di Roma. Qualche anno fa il Flaminio viene dotato di una struttura tubolare provvisoria che porta la capienza a 40.000. Ma si sa quanto in Italia sia stabile e duratura la provvisorietà e, dopo un paio di anni di rinvii di prassi, la giunta romana sancisce il 2012 come anno della ristrutturazione definitiva.

Ora sarà forse il successo dell’Olimpico ad evitare l’esborso previsto per il Flaminio. Il rugby, disciplina sportiva in gran crescita, soffre terribilmente della mancanza di infrastrutture; trovare un campo in erba, possibilmente attrezzato con spogliatoi, è la vera occupazione di molte società ovali. La Fir per questo mette a disposizione proprie linee di finanziamento, ma non basta a risolvere il problema. Le cronache dei quotidiani dello Stivale sono dense di notizie con vittorie e sconfitte nella quotidiana battaglia del rugby per avere un suo spazio. Continua a leggere su tempi.it