imageDi Federica Bortolato
Eccoci qua. Tutti i vari campionati sembrano essersi conclusi solo ieri ed invece è l’estate quella che sta davvero finendo.
La maggior parte delle società si è già attivata per organizzare la stagione sportiva e le varie squadre stanno iniziando la preparazione atletica, alcune addirittura, quelle al Top, sono già in piena attività…
E quindi siamo già magicamente catapultati nel vivo del gioco.
Quest’anno sarò impegnata “attivamente” dal punto di vista rugbistico per cui cercherò di essere abbastanza informata su fatti e avvenimenti ovali, in modo da dare un piccolo ma obiettivo contributo con qualche mia considerazione personale.
La frenesia e l’eccitazione che precedono l’inizio della stagione sportiva, naturalmente, valgono anche per il settore femminile: a Mira, per esempio, le ragazze del Riviera del Brenta, campionesse italiane della scorsa stagione, ricominceranno la preparazione dalla prossima settimana e come loro anche tutte le altre rugbiste italiane sono alle prese con borsoni da allenamento e scarpe da lucidare.
Dal punto di vista federale ci sono molte novità: ci sono accademie di vario ordine e grado che sbocciano qua e là come fiori di campo: per i ragazzi di oggi ci sono un sacco di belle ed interessanti opportunità, davvero… A quanto pare la FIR ha capito che serve programmare e specializzare, lo dico e lo penso, quindi non cercate di attribuirmi nessun tono ironico, perché non c’è assolutamente…
Ma se invece di un diciasettenne con “i numeri giusti”, sei una ragazza promettente, le cose cambiano, almeno un po’…. (dato di fatto, non mia opinione personale). E, anche se non è da me, questa affermazione sarà l’unica cosa impertinente di questo articolo. Oggi mi sento particolarmente buona d’animo…
Quindi, dato che non voglio iniziare in modo polemico la stagione ovale e visto che in Italia i tempi per un’accademia fruibile anche dalle donne, non sono ancora sufficientemente maturi, mi limiterò a dare un consiglio di diverso tipo, rivolto non agli organi federali, bensì rivolto a tutte le ragazze che la palla ovale l‘hanno piacevolmente passata a qualche compagna di squadra, in qualsiasi campo, traendone piacere.
Se vogliamo che questo sport continui a svilupparsi ulteriormente nell’ambito femminile, dobbiamo essere noi stesse per prime a propagandarlo con ogni mezzo disponibile. Non aspettiamo che siano gli altri a farlo o comunque facciamo noi per prime il nostro personale porta a porta: parliamone alle amiche, alle compagne di scuola e di università, alle colleghe di lavoro, alle nostre sorelle, alle nostre figlie, alle nostre nipoti. E raccontiamo loro con entusiasmo quante soddisfazioni è in grado di regalare questo sport: raccontiamo quanto è gratificante rientrare in spogliatoio con tutta la squadra dopo un allenamento estenuante; raccontiamo quanto può essere veloce il battito del nostro cuore quando si vince una partita importante, magari una finale scudetto… Facciamo in modo che gli altri vedano i nostri occhi brillare mentre descriviamo cosa si prova a cantare l’inno con le proprie compagne, indossando la maglia azzurra.
Mettiamoci in testa che nessuno lo può raccontare meglio di noi stesse!! Siamo davvero noi i migliori venditori del nostro prodotto…
Una ragazza che oggi gioca a rugby ha possibilità concrete, con impegno costante e determinazione, di raggiungere la maglia azzurra e con essa obiettivi allettanti sia nel rugby a 15 che nel Seven: oggi ci sono allenatori che non considerano le squadre femminili un “declassamento” della loro professionalità; ci sono allenatori preparati e competenti, che sono orgogliosi di allenare le squadre femminili.
E allora impegnatevi ragazze! Date soddisfazione ai vostri allenatori, alle vostre società di appartenenza che, piccole o grandi, si prodigano per voi…  Un po’ di gratificazione cercate di riservarla anche alla Federazione, perché non si sa mai, magari in futuro potranno decidere di dipingere di rosa un’accademia solo per noi…
Ma prima di tutto, con instancabile impegno, date soddisfazione a voi stesse e avrete in cambio un brivido che durerà per tutta la vita.

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