Il progetto del campo da rugby a Terni si è fermato a pochi centimetri dalla meta. Decisivi in tal senso i tempi della pubblica amministrazione e il passo indietro del Terni Rugby, società di riferimento sul territorio.

La storia Al Terni Rugby va il merito di aver riportato e rilanciato lo sport della palla ovale sul territorio. Sin dalla nascita, avvenuta sei anni fa, la società del presidente Alessandro Betti ha battuto tutte le strade per consentire ai suoi atleti di allenarsi e giocare a Terni. L’assenza di impianti ha però costretto i tesserati (che oggi sono circa 350) a «traslocare» dapprima a Narni Scalo e poi a Vascigliano di Stroncone. Trasferte non proprio agevoli che hanno però dimostrato la ferrea volontà di dirigenti, tecnici, atleti e sostenitori nel portare avanti l’attività. Una pazienza figlia anche della prospettiva di avere finalmente un campo da gioco a Terni, in via Papa Benedetto. Comune e Terni Rugby erano sostanzialmente d’accordo: il progetto era stato presentato direttamente dalla società. Il Comune avrebbe dovuto solo predisporre il bando pubblico con cui si impegnava a mettere sul piatto 250 mila euro, a fronte di un costo complessivo prossimo ai 700 mila. Il resto sarebbe stato a carico del privato interessato alla costruzione e alla gestione del campo.

Il dietrofront Il Terni Rugby aveva ottenuto anche un contributo di 50 mila euro dalla federazione nazionale, una somma «a scadenza», utilizzabile per tre anni ma non oltre il 31 dicembre 2011. I tempi sempre troppo dilatati della «cosa pubblica» non hanno permesso alla società di mettere mano ai fondi, necessari per partecipare in prima persona al bando. «Abbiamo chiesto più volte alla federazione di allungare i tempi del finanziamento, ma non è stato possibile – spiega il presidente del Terni Rugby, Alessandro Betti – Da qui la scelta di fare un passo indietro».

Nessuno scaricabarile «Capisco benissimo – continua il presidente – il rammarico del presidente della prima commissione consiliare Giuseppe Boccolini che si è speso in prima persona per reperire i 250 mila euro di finanziamento pubblico e per questo lo ringrazio. Non voglio però che le responsabilità di questa scelta ricadano sulla nostra società. Sono sei anni che viaggiamo in giro per la provincia e nessuno si è mai fatto carico della nostra precarietà. Non siamo titolari di alcun finanziamento pubblico da parte del Comune e rispetto al campo da costruire, abbiamo semplicemente preso atto di non poter garantire la nostra partecipazione al bando pubblico».

La politica lenta In realtà, pochi giorni prima dell’inizio della stagione sportiva 2011/2012, il Terni Rugby – per la prima volta nella sua storia – è riuscito a trovare un terreno di gioco a Terni grazie alla disponibilità della società polisportiva Junior Campomaggio. Gli impianti sono quelli della «Don Bosco» in via Narni. «E’ l’unico spazio che in sei anni siamo riusciti trovare sul territorio – afferma il presidente Betti – per questo ringrazio la polisportiva Campomaggio». Che l’emergere di questa soluzione abbiamo finito per far scemare l’interesse verso la costruzione del nuovo campo? «Noi dobbiamo dare risposto ai nostri 350 tesserati e alle loro famiglie. Se la politica è lenta, non è colpa nostra», conclude Betti. (umbria24)