Gran bella partita, incerta fino alla fine e gran merito ad entrambe le squadre. Una sintesi d’immagine per la partita di cartello nel campionato serie C territoriale di rugby. L’Imperia rugby affronta l’Acqui primissimo in classifica e gioca alla pari. Questo è il dato di fatto più rilevante. Imperia non ha quasi mai gettato la spugna in ogni partita del campionato, dimostrandosi una squadra in crescita e con buone prospettive per il futuro. Siamo giunti al penultimo atto del campionato e c’era voglia di vincere dopo tre sconfitte di misura. Non è andata proprio benissimo, un’altra sconfitta per 28 a 24. Il risultato grida vendetta, perché si poteva vincere. In ogni caso ha vinto lo sport, ha vinto il rugby. Pubblico delle grandi occasioni, con molti acquesi. E pensare che mancavano tutti i ragazzini e le loro famiglie impegnati a Saint-Laurent-du-Var e le ragazze in gioco ad Aosta. Degna cornice, degna partita. Vediamo lo svolgimento. Lunga fase di studio delle due squadre e l’Imperia tiene bene il campo. Per l’occasione il coriaceo Flavio Perrone ha schierato tutta la vecchia guardia disponibile. E peccato che Francesco Creanza si sia infortunato in riscaldamento. La panchina è comunque lunga.  Il tecnico dei tre quarti Maurice Dumas osserva la partita dall’alto: gran combinazione tecnica per i locali. L’Acqui mette in campo esperienza, molta forza in mischia, un’apertura di altra categoria, l’argentino German Parra, uomo dal calcio tagliente come un bisturi. Nativo di Tucuman, classe 1976, ex Lince Tucuman, Asti, Alghero (serie A).  Al minuto 14 l’Acqui va in vantaggio con un’azione scaturita da una mischia. La meta non viene trasformata. L’Imperia non si perde d’animo e reagisce. Tiene botta sullo scontro fisico e da dietro parte la cavalleria normanna… prima è Pozzati  che brucia praterie sofferte e  difensori illusi per schiacciare in tranquillità. Alessandro Castaldo trasforma. Il suo piede è sempre una garanzia. Oltretutto il buon Alessandro corre ovunque, propone e si propone. Momento ispirato per i locali che vanno in meta  un’altra volta con una sgusciante azione personale di Alessandro Roggero, che tiene fede al suo soprannome di “Invisibile”. Infatti solo alla disperata un avversario tenta il placcaggio ormai in area di meta. Tutto inutile. E Castaldo, implacabile, trasforma. 14-5 per Imperia.

Acqui nel frattempo ha perso temporaneamente la sua apertura Parra, colpito duro e con una ferita sanguinante presso la tempia. Viene bendato, ritornerà in campo e continuerà a lavorare ai fianchi l’avversario per la conquista di terreno.  Acqui così ancora sotto. Fuga sulla sinistra di un avversario, trasmissioni veloci e un centro va a segnare quasi sotto i pali. Trasformata. Siamo sul 14-20: Acqui, sorniona, ha ribaltato tutto.

Reagisce ancora l’Imperia che impegna Acqui con una tambureggiante azione in cui sono impegnati quasi tutti. Tre quarti e mischia si impongono spinti da un Pozzati che prova persino a schiacciare in meta rovesciandosi placcato da più avversari. Le fasi proseguono finché spunta Felipe de Castro, che schiaccia come se stesse andando a prendere un caffè in un bar troppo affollato. Il punteggio del primo tempo la dice tutta: 19-20 per Acqui. Coach Perrone cambia qualcosa per la ripresa,  entra  Tassone,  Carli spostato all’ala. Le buone mani di quest’ultimo potrebbero garantire qualche ricezione in più, dato che nel primo tempo ci sono stati degli “in avanti” inattesi.

Il secondo tempo inizia male per l’Imperia, con la punizione di Parra messa a segno. L’Imperia però è corretta, come l’Acqui, tutti rispettano i dieci metri quando l’arbitro assegna la punizione, nessuno parla. Imperia inizia un secondo tempo arrembante e l’Acqui  non riesce ad uscire dalla sua metà campo. Solo i calci di Parra alleggeriscono. Finalmente Pozzati trova l’intuizione e calcia per sé stesso: meta, purtroppo non trasformata. Posizione molto angolata. Vantaggio di un punto. Le squadre appaiono stremate. Acqui ci mette forza ed esperienza e ruba palla in due mischie nell’area dei 22 imperiesi. Alla fine va in meta e siamo 24 a 28. Il risultato non cambia più. Anche se l’Imperia perde purtroppo le touches, spinge e spinge verso il tinello di casa acquese. Ce la fa, ce la fa, dicono dall’alto. L’ultima azione è arrembante, da batticuore. In avanti e fischio dell’arbitro, finale .Un buon arbitro, deciso anche se un po’ teatrale. Comunque, è festa: l’Acqui per la vittoria in campionato, Imperia per il suo presidente Luigi Ardoino che ha tenuto duro da terza linea in tutta la partita e stenta a trattenere l’emozione. Finisce con gli acquesi in tuffo nelle pozzanghere di fango e gli imperiesi  a masticare amaro, consci però di aver fatto quasi tutto il possibile. Si sa dove migliorare e due punti sono andati in saccoccia: meno di sette punti di scarto e quattro mete. La vetta  della classifica non è così inarrivabile e la classifica è bugiarda. Imperia ha cuore per il rugby.