Probabilmente la vittoria meritata sul S. Gregorio aveva illuso un po’ tutti, sicuramente l’Amatori Catania, in una calda mattinata di quasi autunno siculo, ha provveduto a rimettere ogni cosa al proprio posto. Le sconfitte non arrivano mai soltanto per caso, e quando arrivano bisogna sempre essere bravi a farne tesoro. Per crescere e per migliorare. Partiamo da questo.

Davanti a un pubblico molto partecipe e allegro sugli spalti, i ragazzi di Ragusa partono forte ma già si comprende che gli ospiti non molleranno facilmente, con la loro propensione a sporcare ogni singola giocata. Dopo neanche una decina di minuti di pressione e di tentativi reiterati, una ruck porta Saro Tumino fino alla linea di meta, giusto nei pressi dei pali, per la trasformazione di Benni Spadaro. Viste così le cose, sembrerebbe tutto come l’inizio di una discesa: e invece no. Qualche errore di disattenzione, qualcuno di presupponenza, e i biancorossi catanesi vedono oltremodo premiata la loro confusa pressione: ennesimo passaggio sbagliato nelle retrovie, e la corsa fino in meta è cosa facile, e pure la seguente trasformazione in mezzo ai pali, per il 7-7.

Tutto da rifare. Il problema è che adesso gli ospiti hanno preso coraggio, e invece i nostri giovani faticano a rientrare in partita. Dopo una fase molto combattuta ed asfittica in mezzo al campo, con le squadre che si fronteggiano senza grande lucidità e costrutto, serve una sontuosa iniziativa personale di Saro Tumino, abile nell’uscire in corsa dalle linee, e ad iniziare uno slalom irresistibile fino in mezzo ai pali, senza che alcun avversario sia in grado di arginarlo. Il pubblico plaude alla magnifica azione, e Benni Spadaro trasforma senza esitazione: 14-7.

Neanche il tempo di riprendere fiato che i catanesi premono sull’acceleratore, trovano un varco e vi si infilano dentro e in mezzo con grande determinazione, fissando il punteggio sul 14-14 dopo il calcio che chiude il primo tempo.

Si apre la ripresa ma i nostri non se ne accorgono. Intanto coach Fumarola è costretto ad avvicendare Dante Puccia – buono il suo esordio – con Michele Ventura, il quale, nonostante un infortunio in settimana, entra in campo schierato all’ala. Sembra che i biancazzurri ragusani abbiano preso in mano le redini del gioco, le iniziative personali fioccano ma gli ospiti in un modo o nell’altro riescono a porre argini, spesso poco ortodossi ma comunque efficaci: da una ripartenza velocissima, i biancorossi giocano alla mano con estrema rapidità, portando l’ovale fino in meta. E’ un episodio che taglia le gambe ai nostri, che accusano il colpo e mostrano i nervi. Saro Tumino viene sospeso per 10’, ma i suoi compagni si estenuano con azioni personali e frontali, senza mai dare profondità al gioco: il presidente Dinatale più volte sollecita i suoi, ma oramai anche i riflessi sembrano appannati.

L’azione finale con cui i ragazzi ragusani cercano rabbiosamente – in superiorità numerica, con 2 avversari fuori dal campo – la meta del pareggio, è emblematica di tutta una partita: oltre 10’ minuti di assalto frontale sotto i pali avversari, senza mai aprire il gioco e sgranare lo schieramento avversario, oltre 10’ minuti di testardo accanimento contro la mischia ospite, arroccata al centro della difesa coi piedi piantati sulla linea di meta, presidiando i medesimi 20 metri quadrati, in un’enfasi di ostinazione cieca (ragusana) e di sacrificio incrollabile (etneo): poi la palla che cade dalle mani iblee, rimbalza poco lontano, viene arpionata dalla apertura dell’Amatori per una cavalcata ‘coast to coast’ che porta alla meta che sancisce il risultato finale: 14-26.

A fine partita, coach Fumarola pone l’accento sulla errata interpretazione dei suoi ragazzi alla gara: al cospetto di una avversaria arroccata ed arcigna, quasi impenetrabile centralmente, si sarebbe dovuto giocare molto più aperti, alla mano e cercando la profondità, piuttosto che intestardirsi con giocate frontali. Coach Nicita è molto critico con l’atteggiamento molle e supponente della sua squadra, quasi mai reattiva in alcuni momenti cruciali.

Di fatto, si è avuta come l’impressione che ci sia davvero molto da lavorare, partendo proprio dall’atteggiamento, mentale e caratteriale. Leggere la gara è importante, ma anche non lasciarsi sopraffare dalla fisicità degli avversari, cercando comunque di imporre il proprio gioco.

Resta l’impressione che i ‘veterani’ dello scorso anno e i nuovi arrivati di quest’anno debbano lavorare molto insieme, con continuità ed umiltà: troppe assenze in questa prima fase del campionato hanno impedito la crescita armonica di questo bel gruppo, non ancora una squadra. Ci sono adesso due settimane per lavorare con grande determinazione e per presentarsi al meglio al ‘Benito Paolone’ di Catania, contro l’Amatori 1963. Lì ci sarà poco da scherzare, e ancora meno da sbagliare