Di Vittorio Cicalese

ROMA. Sotto una pioggia candidata all’Oscar come migliore attrice protagonista di questo sabato romano Italia e Galles hanno dato vita ad una delle partite più brutte di questo 6 Nazioni, quasi sicuramente anche a causa della tremenda voglia di perdere che ha sopraffatto la mentalità dei trenta uomini in campo. L’Italia calcia tanto, basa il suo gioco sul possesso palla e sulla ricerca dei 3 punti con il drop ma incappa nel secondo tentativo di improvvisazione di questo torneo, peraltro poco efficace anch’esso. Dall’altra parte i Dragoni gallesi si impongono con cinismo ed efficacia nei punti d’incontro, sfruttano quasi tutte le occasioni messe a disposizione dalla banda Brunel e portano a casa la seconda vittoria in questo torneo.
Primo tempo basato soltanto sui tatticismi e sul possesso palla in attesa di una possibilità anche minima di marcare al piede: Halfpenny segna su punizione, Burton risponde. Halfpenny segna altre due volte, Burton una sola. Risultato fermo sul 6 a 9 e tutto ancora in gioco, frutto delle poche occasioni create da entrambe le parti.
Nel secondo tempo l’Italia entra in campo con un’idea di gioco diversa, più aggressiva ma poco pericolosa (Burton tenta il drop ma con esito negativo) mentre il Galles dopo 4 minuti va in meta con Jonathan Davies, abile nello sfruttare al meglio un rimbalzo strano del pallone che toglie ogni possibilità di recupero a Gori e permette al Galles di portarsi sul 6 a 16. Tocca poi di nuovo a Burton, che porta l’Italia a -7 dal Galles con un altro calcio al minuto 50, ma sarà questa l’ultima folata offensiva di rilievo della banda Brunel.
Ancora Halfpenny al minuto 53 realizza su calcio di punizione non proprio evidente, e pochi minuti dopo l’Italia si ritrova in 14 a causa del cartellino giallo ai danni di capitan Castro: neanche il tempo di vederlo fuori dal rettangolo di gioco e Cuthbert realizza la seconda meta gallese, trasformata da Halfpenny. Il risultato è ora di 9 a 26.
Fino al termine del match poi errori su errori, da entrambe le parti, che lasceranno il risultato invariato.


DIFFERENZE.
Halfpenny calcia soltanto su calcio di punizione, e sbaglia poco. Burton calcia da qualsiasi posizione ed in qualsiasi situazione, ma sbaglia tanto. Nei punti d’incontro e nelle fasi statiche (mischie e touches) il Galles si muove in modo funzionale e non si scompone più di tanto nonostante il terreno condizionato dalla forte pioggia, l’Italia invece arranca e non poco. Tanti i falli fischiati contro il XV azzurro, pochi quelli a favore. Il Galles attende con ordine, l’Italia si muove con poca lucidità e convinzione e nonostante il maggior possesso palla riesce ad avanzare molto poco, non creando particolari problemi ai Dragoni. E quando si muove con aggressività, non incide comunque sul risultato.
Il Galles lotta ancora per il 6 Nazioni, nonostante la marcia in più dimostrata finora dagli inglesi che puntano ora con determinazione al Grande Slam, mentre l’Italia lotta contro i fantasmi del passato creatisi dopo la grande vittoria contro la Francia, così vicina nel tempo eppure così lontana sul piano del gioco e della mentalità espressi dal mese di Novembre 2012 fino al dopo-partita del 3 Febbraio.

FUTURO. Tra due settimane l’Italia sarà alla volta di Twickenham, contro i probabili campioni di questa edizione del 6 Nazioni. Mancherà ancora capitan Parisse, ma non mancherà la voglia di rialzarsi dopo la caduta delle ultime due giornate. Castrogiovanni, da uomo di prima linea e da neo-capitano, ha tuonato sin da subito la carica indicando la retta via da seguire per poter ottenere risultati convincenti: “Quando facciamo sbagli non rientriamo più in partita come le grandi squadre. Dobbiamo lavorare, perché non basta la voglia: bisogna giocare anche a rugby”. Tra il dire e il fare c’è di mezzo la Manica.

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