Ancora due giorni di tempo al primo vero banco di prova delle Zebre Parma. Sabato 3 settembre Sisi e compagni disputeranno alle ore 16:00 italiane il primo test match della stagione 2022/23 scendendo in campo in casa degli Ealing Trailfinders, neo-vincitori del Championship, il campionato di seconda divisione inglese; la seconda sfida amichevole è in programma venerdì 9 settembre al Cardiff Arms Park alle ore 20:00 italiane.

Ha presentato l’imminente sfida uno dei nuovi innesti della franchigia federale. Si tratta del terza linea 23enne Davide Ruggeri, ex capitano dell’Italia U20 e attuale capitano dell’Italia Emergenti. Il prodotto del Rugby Como, reduce da tre positive stagioni al Rugby Rovigo Delta, è intervenuto in settimana ai microfoni del sito web del club, raccontando il suo percorso nell’alto livello.

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Come stai fisicamente e come sta procedendo questa pre-season con le Zebre? “Sto benissimo, sicuramente un po’ affaticato ma è normale nel pre-stagione. C’è grande focus sul volume dell’allenamento, stiamo svolgendo un gran lavoro atletico e in palestra. Adesso ci stiamo concentrando un po’ più sul rugby e abbiamo alzato l’intensità delle ultime sedute. Sta andando tutto bene e mi sto anche divertendo molto”.

Come ti stai ambientando in squadra e come vivi questa nuova esperienza a Parma? “Il gruppo è fantastico, poi ci sono tanti giocatori giovani. Molti già li conosco, alcuni li sto conoscendo. Far parte di un gruppo nuovo facilita inoltre l’inserimento dei nuovi innesti. Ci sto mettendo un po’ di più, ma sto stringendo nuove amicizie”.

A livello collettivo invece, che risposte state avendo da queste ultime settimane di allenamento? “Stimo creando un’identità, una nuova immagine delle Zebre, che è quello su cui insistono molto gli allenatori. Ci vuole del tempo, ma questo è il nostro obiettivo e sono sicuro che lo raggiungeremo. Adesso ci aspettano due test match di buon livello contro Ealing e Cardiff. Ci saranno degli aspetti del gioco da affinare, ma questo è normale. Sono due sfide amichevoli e servono proprio a questo. Ci daranno delle importanti indicazioni su cosa migliorare”

A che età hai scoperto il rugby e cosa ti ha fatto innamorare di questo sport? “Relativamente tardi, attorno ai 13-14 anni. L’ho scoperto un po’ per caso in realtà, stavo cercando uno sport di squadra, prima facevo tennis quando ero un po’ più piccolino. Ho voluto provare e alla fine mi sono innamorato del rugby. Sarà il contatto fisico, il gruppo o le amicizie che crei da subito”.

Che valore ha avuto nella tua formazione l’esperienza col Rugby Como e qual è il ricordo più bello che conservi di quegli anni? “Sicuramente le amicizie: alcune delle persone a me più care le ho conosciute al Rugby Como. Ho un gran bel rapporto col club, quando riesco e ho i weekend liberi passo sempre per un saluto. Sono abituato a salutare ragazzi e bambini, mi fa sempre piacere. Ho stretto delle amicizie e dei legami importanti al Rugby Como”.

Hai trascorso tre anni a Rovigo, vincendo la Coppa Italia nel 2020 e lo Scudetto nel 2021. Cosa ti ha lasciato di tanto speciale l’esperienza con i Bersaglieri? “Sono stati tre anni bellissimi, anche molto fortunati perché sono riuscito a vincere due bei titoli. La prima la Coppa Italia e l’anno dopo lo Scudetto. Rovigo è una piazza particolare, che ama questo sport e te lo fa capire. Giocare con il Rugby Rovigo è un’esperienza che consiglio a tutti. Sono molto legato ai rodigini e anche lì ho stretto delle amicizie molto importanti. Sono stati anni indimenticabili”.

Sei uno dei profili emergenti più interessanti del movimento italiano e hai già raccolto 6 presenze nello United Rugby Championship. Che obiettivi e aspettative riponi per quest’anno? “Sono nuovo del gruppo, quindi cercherò sicuramente di dare il mio contributo. Si inizia passo per passo e cercherò di far valere delle mie qualità, rendendomi utile per la squadra che è molto ambiziosa quest’anno”.

Sei stato capitano dell’Italia U20 e hai guidato l’Italia Emergenti nelle ultime due uscite. Che tipo di leader sei e come interpreti questo ruolo dentro e fuori dal campo? “Più che l’esempio, cerco di dare sempre il 100 %, soprattutto in campo, mettendo tanta passione in quello che faccio”.

In campo invece quali pensi che siano i tuoi punti di forza? “Penso di essere un buon ball carrier, o almeno ci sto lavorando. A Rovigo ha funzionato fino ad ora. Sicuramente ho molto su cui lavorare e sono sempre molto critico con me stesso, però spero di mostrare fin da subito qualche qualità in campo”.

Alle Zebre condividi il reparto terza linea con i giovani di belle prospettive come Andreani, Bianchi e Ferrari, con gli Azzurri Licata e Meyer e con i nuovi innesti Pelser e Volpi. Come vivi questa sana concorrenza interna per la maglia da titolare e che stimoli ti dà? “Una bella concorrenza e anche di una certa qualità. Questo però non mi spaventa, e anzi mi sprona a dare di più in campo ogni volta. Anzi, ben venga che ci siano delle terze linee così valide: ho sempre qualcosa da imparare da loro e sono sicuro che migliorerò tanto”.