Alessandro Zanni ce l’ha fatta, dopo due anni senza vestire la maglia della nazionale Italiana e altrettanti interventi al ginocchio, ha convinto il CT dell’Italrugby, Conor O’Shea, a convocarlo per il prossimo torneo delle Sei Nazioni: il tecnico irlandese della Nazionale Italiana Rugby, infatti, a conclusione della tre-giorni di raduno al “Giulio Onesti” di Roma, che ha aperto il 2018 internazionale dell’Italia, ha ufficializzato la lista dei 31 atleti Azzurri convocati per il match inaugurale del Torneo contro l’Inghilterra, campione in carica, a Roma e per la seconda giornata del Torneo di sabato 10 febbraio a Dublino, contro l’Irlanda e tra questi c’è anche Zanni. L’atleta friulano si è fermato a 99 presenze in nazionale e questa rincorsa alla centesima sembrava quasi una maledizione. In ogni caso lavorando sodo e non arrendendosi mai Alessandro Zanni si è ripreso prima la sua Benetton Treviso e poi la Nazionale, dimostrando ancora una volta sul campo tutto il proprio valore e la propria grandissima professionalità. L’uomo d’acciaio, infatti, pur di rientrare nel giro ha anche cambiato ruolo: da terza linea di livello internazionale, ruolo di velocità, placcaggi e tanto dinamismo, si è riadattato a giocare seconda linea, dove lo spirito di sacrificio e il “lavoro oscuro” sono tutto.

Come hai vissuto questa chiamata? Soddisfatto?
Sono felicissimo di questa chiamata, non me l’aspettavo. Ho lavorato tanto per riuscire a tornare a giocare ad alto livello, ma la convocazione, ribadisco, mi ha colto di sorpresa. Ora viene il bello, tuttavia. Voglio dimostrare che sono tornato e che posso ancora dare tanto alla causa azzurra.

A 33 anni e dopo 58 presenze consecutive in Azzurro come terza linea, ecco arrivare il cambio di ruolo. Come vivi questo momento?

In Nazionale sono arrivati tanti giovani promettenti e c’è tanta concorrenza, fortunatamente, così mi sono dovuto riadattare e in seconda penso di poter mettere a disposizione del team la mia esperienza. In ogni caso ho tanta voglia di giocare, il ruolo non è un problema.

Cosa ti aspetti da questi primi due turni di Sei Nazioni?
Andiamo ad affrontare le due squadre più accreditate alla vittoria finale: da una parte l’Inghilterra campione in carica e dall’altra un’Irlanda in crescita costante e che arriva da un novembre internazionale molto positivo. Sarà difficile? Certo. Ma noi vogliamo provarci. Dobbiamo iniziare nel miglior modo possibile, perché è fondamentale trovare confidenza fin da subito per gestire al meglio tutto il torneo.

Ma torniamo ai giovani, è arrivata una bella “infornata” di gioventù.
Diciamo che per il movimento italiano era anche ora. Sì, ci sono tanti atleti molto giovani e questo ci fa bene a tutti. C’è tanta concorrenza e questo è un aspetto che spinge tutti a dare il meglio. Ora staremo vedere, sarà il campo a dare il verdetto finale, come sempre.

@davidemacor