Di Giacomo Civino

Il 22 marzo è forse la data che è entrata di diritto nella storia del rugby italiano. Siamo a Grenoble, cittadina situata nella storica regione del Rodano-Alpi, nel sud-est della Francia. Una di quelle città che potrebbero diventare meta di pellegrinaggio per i tifosi sportivi.

L’Italia del rugby non era ancora entrata nell’élite della palla ovale mondiale, disputava la Coppa FIRA e puntava ad entrare in quel Cinque Nazioni dove si sfidavano annualmente Inghilterra, Irlanda, Scozia, Galles e Francia. 

Nel 1995 era arrivato il primo successo contro l’Irlanda, battuta 22-12 a Treviso. Un segnale forte, ma inutile agli occhi dell’Olimpo del rugby mondiale. Nel 1997, precisamente il 4 gennaio, gli azzurri sfidano nuovamente gli irlandesi a Dublino. Finisce 29–37 per l’Italia, con due mete di Paolo Vaccari e una a testa per Marcello Cuttitta e Diego Dominguez. Una vittoria storica, è vero, ma l’Irlanda è una squadra in crisi e chiuderà ultima quel cinque nazioni.

Gli azzurri di George Coste tentano il colpaccio sfidando il 22 marzo a Grenoble i campioni del cinque nazioni, la Francia, che schierano in campo leggende assolute del rugby come Fabien Pelous, Raphael Ibanez e Philippe Saint-Andrè, mentre in campo per gli azzurri c’erano capitan Massimo Giovanelli, Paolo Vaccari, il giovanissimo Alessandro Troncon , Massimo Cutitta e i  mai abbastanza compianti Ivan Francescato e Marcello Cutitta.

Dopo i primi  5 minuti, gli azzurri strappano il pallone ai transalpini, lo muovono velocemente a Ivan Francescato che inizia a correre dalla metà campo azzurra e si invola fino in meta. 

Al 14’ pareggia la Francia con una meta tecnica.

Al 17’ è Diego Dominguez a mettere tre punti dalla piazzola. Due piazzati francesi danno il vantaggio 13-10 ai padroni di casa, ma alla mezz’ora è il solito Diego a impattare nuovamente il risultato. 

Al 34’ fallo per l’Italia e mentre tutti si aspettano il piede di Dominguez, Troncon batte veloce, palla a Julian Gardner che sfonda centralmente. Seconda meta azzurra e vantaggio 20-13 con cui si si chiudono i primi quaranta minuti.

La ripresa inizia con la Francia che spinge e al 52’ una bellissima azione dei transalpini manda Bondouy in meta ed è nuovamente pareggio. Al 56’ l’Italia rischia grosso con Paolo Vaccari che fatica a raccogliere un pallone calciato dai Bleus. Ma da lì, dalla metà campo azzurra, ecco l’azione più bella. Un’azione corale, lunghissima fatta di passaggi infiniti, di placcaggi rotti e, alla fine, l’ovale che arriva nelle mani di Giambattista Croci, seconda linea, che schiaccia. 27 a 20 per l’Italia e pubblico azzurro in visibilio. 

Nella prima parte del secondo tempo i transalpini diventano fallosi e Diego Dominguez colpisce due volte dalla piazzola, al 62’ e al 68’, portando l’Italia a +13. 

Il sogno, che per molti sembrava un’illusione, inizia a diventare realtà. 

Realtà che porta i nomi di Julian Gardner e Paolo Vaccari al 74’. Il numero 8 azzurro afferra al volo un pallone a metà campo e, da solo, buca una difesa francese oramai sorpresa e incapace di reagire. A un passo dalla meta il passaggio al largo, dove c’è Vaccari che raccoglie e va a schiacciare tra i pali. Dominguez trasforma. 40-20 per l’Italia e la storia è quasi scritta. 

I padroni di casa hanno un moto d’orgoglio nel finale, andando in meta 2 volte: al 79’ con Sodourny e a tempo scaduto nuovamente con Bondouy. Finisce 40-32, i ragazzi di Coste a Grenoble compiono l’impresa e da lì si aprono le porte per l’ingresso dell’Italia in quello che, tre anni dopo, diventerà il Sei Nazioni.

La foto allegata è presa dal video youtube di cui sopra.