download (3)

Finiti gli 80 minuti di gioco in campo, inizia la vera partita. dopo i due tempi di match ha inizio, immancabile, il TERZO TEMPO. Il momento più atteso, il momento dell’amicizia, dello sfogo, del conforto, della stretta di mano, del chiarimento. Il momento anche, perché no, anzi soprattutto, per assaggiare ed assaporare gustose prelibatezze culinarie locali. Dopo impegno, fatica, sudore in campo, quale modo migliore per recuperare energia se non condividere lo stesso pasto con compagni di formazione ed avversari? Questa è l’importanza del leggendario terzo tempo. Nei due tempi di gioco si forma l’atleta, nel terzo finale si forma l’uomo. L’associazione sportiva Rugby Gubbio 1984 intende quindi ringraziare caldamente tutte quelle persone che si spendono con impegno, costanza, passione perché il momento più importante della giornata riesca al meglio. Quando si sta insieme, in amicizia, non conta più il risultato della partita, conta solo poter vivere un significativo momento di valore, e di valori, fatto di sana e profonda cultura sportiva. Nel mondo della ovale, come in tutti, ci sono ruoli determinati. Ciascuno ha il proprio posto ed importante è anche quello di tutti coloro che volontariamente e gratuitamente si impegnano per regalare il terzo tempo alla formazione. Ciascuno è un tassello indispensabile per la vita e crescita dell’Associazione Rugby Gubbio 1984, presente ed attiva sul territorio ormai da trenta anni. Chi a Gubbio organizza, in particolare, questi momenti sono gli atleti stessi, ex atleti, allenatori, associati, famiglie, genitori, appassionati che vogliono regalare una situazione in più di vita, amicizia, condivisione, crescita alla squadra. Asd Rugby Gubibo 1984 intende in particolare, quindi porre il proprio più sentito GRAZIE a: Paolo di Fiore (u’ managger), Gianluca Grassinj (homo), Roberto Baldelli (dei catani), Andrea Lilli (lillone). Sono loro che “sfamano” gli allupati rossoblu e tutte le formazioni avversarie ospiti. Non solo in casa (in sede e presso l’impianto sportivo del Coppiolo), ma anche in trasferta. È un modo, inoltre, per far conoscere la cultura culinaria locale, la tradizione, il gusto dei sapori genuini. La cultura passa anche dalla tavola. Un modo culturale quindi, non solo sportivo, per conoscere un’altra realtà e tornare, poi, arricchiti… e sfamati! Dal primo al dolce, le “tradizionali graticolate” non mancano mai.