Perché scegliere il rugby? È una domanda che sento fare a molte mamme, che vogliono indirizzare i propri bambini verso la pratica di uno sport. A mio parere l’importante è che la gioventù inizi a riscoprire il piacere dello stare all’aria aperta, del passare del tempo con gli amici rincorrendo un pallone, piuttosto che davanti ad uno schermo nel buio di una stanza. Ma perché proprio il rugby? Di cose da dire ce ne sarebbero un’infinità e tutte sarebbero profonde e intense, ma scegliere questo sport significa fondamentalmente una cosa: giocare a rugby, vuol dire abbracciare una serie di ideali che ti insegnano a crescere e a diventare un uomo. Questo sport insegna il rispetto verso il compagno di squadra e ancor più verso l’avversario. Ti fa capire che nella vita c’è sempre una persona “super partes” che sta li a coordinare e supervisionare e tu, volente o nolente, devi rispettarla…l’arbitro in una partita. Giocare a rugby vuol dire imparare a capire cosa vuol dire essere un gruppo, significa che fin da bambino percepisci di poter contare sui tuoi compagni tanto dentro al campo, quanto fuori. Una squadra è fatta da 30 giocatori, non solo dai 15 che scendono in campo. Una partita di rugby può rappresentare una metafora della vita: quotidianamente ci troviamo ad affrontare sfide e giocatori più grandi di noi, ma lavorando sodo, non mollando mai e supportandosi a vicenda si può arrivare ad ottenere e a vincere tutto. Queste sono solo alcune delle motivazioni che mi spingono a indirizzare mio figlio verso la pratica di questo sport, anche solo come appassionato. Perché, ad esempio,  guardare lo Stadio Olimpico pieno di gente, che supporta la propria nazionale anche in una (l’ennesima, come in molti hanno detto) sconfitta, non è cosa da poco di questi tempi. Amare uno sport significa anche questo ed è la miglior risposta a tutti quelli che non percepiscono il vero spirito del rugby, fatto più di “bicchieri mezzi pieni, piuttosto che mezzi vuoti”! Una lezione difficile da far capire a molte persone che nelle ultime settimane hanno attaccato senza riflettere la nostra nazionale e il nostro mondo, ingiustamente! Un ultimo spunto di riflessione, che potrebbe aiutare a capire il mondo ovale: da una parte c’è un Marco Pellizzari (giocatore di Top 10 della Lazio) che, mortificato e abbattuto si scusa pubblicamente per un gesto inconsulto, dettato più dalla foga agonistica piuttosto che dalla cattiveria, dall’altra Gianluigi Buffon, capitano dell’Italia di calcio, che a fronte di un gol regolare, non visto dal direttore di gara ha dichiarato pubblicamente, che non avrebbe mai aiutato l’arbitro a non sbagliare. Sarà anche un caso estremo, ma ci chiediamo ancora perché scegliere il rugby?

Foto Tauro 92 Minirugby Taormina.